lunedì 10 agosto 2009

Laureati Italiani Pessimisti

Laureati Italiani Pessimisti.
Potrebbe essere questa una delle chiavi di lettura dell’indagine del Trendence Institute su 196 mila studenti in 750 università europee.
Pessimisti sul loro futuro occupazionale e scontenti della formazione ricevuta in università.
Dal rapporto si evince, infatti, che il 39,4 per cento di loro pensa che i corsi delle facoltà frequentate non sono stati in grado di fornirgli gli skill richiesti dal mercato del lavoro. In Europa la media dei giovani che la pensa così è del 27,2 per cento.
Simili a noi solo gli Spagnoli.
Verrebbe da chiamare i ministri Sacconi e Gelmini per una riforma importante che possa dare maggiore fiducia nel mercato del lavoro e maggiori strumenti per essere competitivi.
Riforme riforme riforme: ogni legislatura porta con se riforme che dovrebbero migliorare le condizioni degli italiani, ma ogni volta sembra che i buoni propositi restino sulla carta.
E allora cosa possiamo fare per guardare con maggiore fiducia verso il futuro?
Penso che innanzitutto bisognerebbe che ognuno di noi investa di più e meglio su se stesso: aggiornamenti, studi, stage che ci permettano di essere più appetibili se non addirittura indispensabili all'azienda.
Essere disposti a cominciare la propria carriera all'Estero, informarsi sul modo che ci circonda, essere multidisciplinari: fare in modo che quando ci si laurea si abbiano già maturato almeno un paio di anni di "gavetta" con stage in aziende. Sicuramente è molto impegnativo, ma credo che sia la base per cercare di essere competitivi.
Mai come adesso la forbice tra l'offerta e la richiesta di lavoro è stata tanto aperta.
Appunto per questo l'ultimo dato che ho preso in esame dall'indagine sopra citata mi risulta molto incoerente: sappiamo che il mercato del lavoro in Italia è in arresto da ormai quasi un anno, senza che nessuno sappia quando potrai mai ripartire.
Bene: nonostante questo ben il 20% degli intervistati non è favorevole ad alcun tipo di spostamento, nemmeno sul territorio nazionale!
Ma come? Si vedono poche prospettive lavorative, però non si è disposti a spostarsi per lavoro?
A confortarmi c'è il 22% disposto a muoversi in Europa e il 41,9% nel Mondo. Se si pensa che siano numero alti sottolinerei che sono molto al di sotto della media europea.
Ricapitolando: i laurati italialiani sembra che si sentano non sufficientemente formati e poco disposti a muoversi per cercare un lavoro adeguato.
Diventeremo un popolo di Call Center sotto casa?

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