Laureati Italiani Pessimisti.
Potrebbe essere questa una delle chiavi di lettura dell’indagine del Trendence Institute su 196 mila studenti in 750 università europee.
Pessimisti sul loro futuro occupazionale e scontenti della formazione ricevuta in università.
Dal rapporto si evince, infatti, che il 39,4 per cento di loro pensa che i corsi delle facoltà frequentate non sono stati in grado di fornirgli gli skill richiesti dal mercato del lavoro. In Europa la media dei giovani che la pensa così è del 27,2 per cento.
Simili a noi solo gli Spagnoli.
Verrebbe da chiamare i ministri Sacconi e Gelmini per una riforma importante che possa dare maggiore fiducia nel mercato del lavoro e maggiori strumenti per essere competitivi.
Riforme riforme riforme: ogni legislatura porta con se riforme che dovrebbero migliorare le condizioni degli italiani, ma ogni volta sembra che i buoni propositi restino sulla carta.
E allora cosa possiamo fare per guardare con maggiore fiducia verso il futuro?
Penso che innanzitutto bisognerebbe che ognuno di noi investa di più e meglio su se stesso: aggiornamenti, studi, stage che ci permettano di essere più appetibili se non addirittura indispensabili all'azienda.
Essere disposti a cominciare la propria carriera all'Estero, informarsi sul modo che ci circonda, essere multidisciplinari: fare in modo che quando ci si laurea si abbiano già maturato almeno un paio di anni di "gavetta" con stage in aziende. Sicuramente è molto impegnativo, ma credo che sia la base per cercare di essere competitivi.
Mai come adesso la forbice tra l'offerta e la richiesta di lavoro è stata tanto aperta.
Appunto per questo l'ultimo dato che ho preso in esame dall'indagine sopra citata mi risulta molto incoerente: sappiamo che il mercato del lavoro in Italia è in arresto da ormai quasi un anno, senza che nessuno sappia quando potrai mai ripartire.
Bene: nonostante questo ben il 20% degli intervistati non è favorevole ad alcun tipo di spostamento, nemmeno sul territorio nazionale!
Ma come? Si vedono poche prospettive lavorative, però non si è disposti a spostarsi per lavoro?
A confortarmi c'è il 22% disposto a muoversi in Europa e il 41,9% nel Mondo. Se si pensa che siano numero alti sottolinerei che sono molto al di sotto della media europea.
Ricapitolando: i laurati italialiani sembra che si sentano non sufficientemente formati e poco disposti a muoversi per cercare un lavoro adeguato.
Diventeremo un popolo di Call Center sotto casa?
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