venerdì 11 settembre 2009

Primo Premio un lavoro!

Tutto vero!

Siamo nell'estremo nord produttivo, più sopra solo l'Isola Felice Svizzera.

Meno di un anno fa avremmo riso di fronte a questo concorso che avrebbe suonato più da provocazione che altro.

Ma siamo nel 2009, l'aria che si respira è indecifrabile: oggi segnali positivi, domani si torna nel più nero catastrofismo.

Oggi ce la possiamo fare senza problemi e domani sembra che l'Italia sia destinata al 4°Mondo.

La gente si sente poco sicura, non sa a chi credere: tutti si sentono autorizzati a prevedere nuovi scenari globali. Dalla base di una conoscenza nulla o quasi dei processi che intervengono in queste situazioni.

E allora il Primo Premio può essere un contratto. Qualsiasi. A tempo determinto per un anno. Non importa. Non sono le Poste, ma un supermercato di provincia. Va bene lo stesso.

Si ha paura.

Siamo italiani, ce la siamo sempre cavata, no? Stavolta sembra che la fiducia, per la prima volta dal dopoguerra, sembra vacilli.

A me sembra che non riusciamo più a ragionare da soli: da "Da quando c'è l'Euro tutto costa il doppio" in poi, mi sembra che la gente si nutra di quello che le viene messo in bocca.

Oggi una cosa, domani un'altra. Senza memoria e senza senso critico.

E allora anche un lavoro a tempo determinato può andar bene per sentirsi meglio, per pensarci tra un anno e potersi fare qualche nuovo techno regalo per convincersi che tutto sommato ce lo meritiamo un bel regalino.

E allora tutti in concorso: primo premio un lavoro al supermercato.

La crisi non esiste e siamo solo diventati fifoni...