mercoledì 27 maggio 2009

Aziende e Competenze

Una domanda.

E' meglio un posto fisso in una grande multinazionale o una collaborazione in una piccola ma dinamica azienda?

Da buon italiano la prima risposta potrebbe essere che sia meglio un posto fisso a prescindere.

Alla luce della situazione attuale credo che bisogna rifletterci meglio e la risposta non penso sia così scontata.

Generalizzando in una multinazionale la "risorsa" è un numero. E la definizione di lavoratore in "risorsa" credo valga bene l'esempio: un minerale è una risorsa, non una persona! E non mi si dica che "risorsa" sia inteso come elemento di valore che caratterizza una persona... A parte i giochi di parole, in una multinazionale se i numeri non funzionano non è così impossibile tagliare le persone come rami secchi: questa attività non produce? si taglia!

Contrariamente però a quanto appena detto c'è da considerare che in grandi realtà il lavoratore potrebbe essere più tutelato: ammortizzatori sociali che in piccole realtà non possono o non sono utilizzati.

Quest'anno si sono persi più posti di lavoro nelle piccole aziende senza ammortizzatori sociali che non in Alitalia (ad esempio), dove invece i lavoratori possono godere di "benefici" maggiori rispetto a piccole realtà.

Dunque?

La risposta credo sia diversa tra la scelta tra il tipo di azienda come dimensione, ma si trovi nella condizione propria del lavoratore.

Se chi lavora ha delle competenze specifiche (direi uniche), particolari, si tiene costantemente aggiornato nella sua professione, non credo necessiti di grandi garanzie di tipo contrattuale.

Mi confronto sempre di più con realtà di piccoli imprenditori di se stessi: micro realtà di professionisti che affrontano la crisi con le loro competenze, le loro conoscenze che derivano da anni di curiosità e crescita personale.

Penso che solo crescendo professionalmente si possa affrontare una situazione come quella attuale cercando di uscirne al meglio. E magari addirittura rafforzati.

Continuare a fare quello che si sa già fare per anni, esclusivamente in un unica azienda, senza aggiornarsi e senza guardarsi intorno credo che sia rischioso.

Fermarsi è l'inizio della propria messa fuori gioco.

Sempre che si abbia voglia di giocare.

Lavoro e Career Day

Qualche giorno fa sono stato ad un Career Day a Milano.

Evento serio, molto ben organizzato e con un grandissimo successo di pubblico.

I partecipanti assiepati davanti a selezionatori che, nonostante il marasma in cui annegavano, cercavano diligentemente di intervistare ragazzi e ragazze volenterosi e smaniosi di mettersi in luce.

Cercando di districarmi tra la folla che assediava le aziende presenti, mi sorgevano però alcune domande: ma serviranno questi eventi? Alle aziende servirà veramente spendere migliaia di euro per incontrare centinaia di persone in questo modo?

Sinceramente ritengo che un bagno di folla di questo tipo sia addirittura controproducente per le aziende che non possono fare una buona impressione verso i candidati e allo stesso modo, i selezionatori penso fatichino a capire chi possa essere la persona dietro al cv che hanno riportato in azienda. Un ragazzo sarà riuscito a dare il meglio di se in un colloquio svolto in queste circostanze?

Se le aziende avessero speso questi soldi per campagne di reclutamento su giornali e web, non avrebbero ottimizzato i costi, raggiungendo comunque un numero elevato di candidati?

Le risposte potrebbero essere tante e diverse da azienda ad azienda. Io ho la mia. E dalla mia risposta nasce una seconda serie di domande.

Vuoi dire che il motivo della loro presenza sia solo di carattere commerciale? Una operazione svolta solo a migliorare l'immagine della azienda stessa?

Non lo so, il dubbio mi rimane: effettivamente con qualche migliaio di euro si possono raggiungere migliaia di potenziali clienti e comunque creare un immagine positiva di realtà in costante crescita verso chi si è presentato alla manifestazione. E di conseguenza anche i loro prodotti ne trarrebbero benefici.

Vuoi dire che aziende così riconosciute siano li solo per pubblicizzarsi in barba a giovani illusi da un lavoro in aziende blasonate?

Dicono che a pensare male non si sbaglia mai. Dicono.

Lavoro Casa e Internet

Rieccomi!
E' passato qualche giorno dall'ultimo post e me ne scuso: purtroppo non posso seguire a tempo pieno questa attività e il mio principale impiego attualmente non mi sta lasciando molti momenti di margine.
Se sommiamo che ho deciso che in casa al momento non voglio il collegamento internet, si capisce presto come fanno a passare 6 giorni senza intervenire...
Sembrerà strano che una persona che lavora con il pc tutto il giorno, che "segue" un suo blog e svariati di altri, decida di non avere una connessione a internet in casa.
E' sicuramente un grosso dibattito, ma credo che per tutte valga come unica spiegazione che una volta a casa, dopo una giornata e di trattative, compromessi, code, rumori, mille imput, si voglia staccare completamente dal mondo e godersi la propria famiglia.
In modo tradizionale. Come una volta o come piace: cena nel portichetto, uno sguardo ai fiori in giardino e più lontano verso il bosco. Silenzio e rumori di animali. E poi magari un (bel?) libro. O due chiacchiere.
No, non vivo in un parco e per la cronaca lavoro quasi tutti i giorni a Milano.

Un po' di sani fatti miei: sì perchè in periodi come questi, schiacciati da milioni informazioni (quasi mai positive), persone amici, sconosciuti, che si lamentano, ripenso a me, a quello che sto costruendo e a quello per cui sto lavorando, e mi sembra di ritrovare un po di "pensiero positivo".
Sperando di aver ridato un po' di pensiero positivo anche ad altri.

Finito il minuto di relax: adesso si riparte, dentro questo vortice di affari e trattative. Stimolante e claustrofobico. Aleatorio e fedele.
Il prossimo intervento di sicuro servirà per riflettere un po' di più. Il Panda Pensante ha pensato che una volta tanto vuole pensare positivo e dire che ci possiamo ritagliare una vita.

O sono io un fortunato?

mercoledì 20 maggio 2009

Rimborsi Onorevoli

E' di questi giorni la polemica in Inghilterra sui rimborsi gonfiati da parte di alcuni membri del parlamento http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/16/londra-prima-vittima-per-rimborsi-gonfiati-brown.html.
Per fortuna li c'è ancora che si indigna per una furbata fatta ai danni dei cittadini!
Alzi la mano chi tra di noi, invece, non ci farebbe su una battuta, pensano che tanto siamo un popolo di furbi, noi italiani.
Perchè in fin dei conti lo sappiamo che chi più chi meno rubiamo un po' tutti: sembra un processo inevitabile che coinvolge e contagia anche tutti quei moralisti, che magari non se ne accorgono neppure. Non perchè affetti fa cleptomania, ma perchè abituati a comportamenti radicati negli anni, o nuovi attegiamenti derivati da scarsa fiducia verso il prossimo.
"Tanto lo fanno tutti", sembra il motto di noi italiani!
"Basta non esagerare", sembra essere la frase susseguente!
Non dico che sia giusto o sbagliato, dico solo che quantomeno dovremmo prenderne coscienza. E magari smetterla, ma questo processo sarebbe mooolto lungo e, chissà, decisamente difficile da praticare.
Dovrebbe cominciare dall'alto, da chi ci potrebbe dare l'esempio e l'indirizzo.
E' proprio di oggi un breve servizio sul sistema di rimborsi ai parlamentari italiani http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/note-spese-italiane/note-spese-italiane/note-spese-italiane.html.
Poche e sarcastiche parole che sembrano arrivare più dall'italiano medio che non da un inviato di un quotidiano nazionale.
Populismo o voce del popolo?

martedì 19 maggio 2009

Benvenuto!

Robiparo.

Chissà perchè questo nome.

Ormai me lo porto in giro da diversi anni, passata l'epoca della "compagnia" e passato alla maggiore età si è modificato anche il nick (una volta ancora soprannome).

Dunque Robiparo: eccomi! Presente!

Questa non vuole essere una presentazione del blog, ne tantomeno una mia presentazione: ritengo che una presentazione sia sempre una sorta di grande bluff dove uno cerca di vendersi per quello che vorrebbe essere o crede di essere.

Questa è solo la prima pagina di un libro che spero possa essere interessante.

Spetta a me, e non solo, renderlo tale.

Da oggi spero di conoscere meccanismi, segreti, personaggi che mi potranno aiutare in questa nuova esperienza.

Dunque mi do il benvenuto, e visto che ci sono mi dico anche "in bocca la lupo".

A presto, sperando che le prossime righe siano un po' più interessanti di queste......

Au revoir!!!