mercoledì 27 maggio 2009

Lavoro e Career Day

Qualche giorno fa sono stato ad un Career Day a Milano.

Evento serio, molto ben organizzato e con un grandissimo successo di pubblico.

I partecipanti assiepati davanti a selezionatori che, nonostante il marasma in cui annegavano, cercavano diligentemente di intervistare ragazzi e ragazze volenterosi e smaniosi di mettersi in luce.

Cercando di districarmi tra la folla che assediava le aziende presenti, mi sorgevano però alcune domande: ma serviranno questi eventi? Alle aziende servirà veramente spendere migliaia di euro per incontrare centinaia di persone in questo modo?

Sinceramente ritengo che un bagno di folla di questo tipo sia addirittura controproducente per le aziende che non possono fare una buona impressione verso i candidati e allo stesso modo, i selezionatori penso fatichino a capire chi possa essere la persona dietro al cv che hanno riportato in azienda. Un ragazzo sarà riuscito a dare il meglio di se in un colloquio svolto in queste circostanze?

Se le aziende avessero speso questi soldi per campagne di reclutamento su giornali e web, non avrebbero ottimizzato i costi, raggiungendo comunque un numero elevato di candidati?

Le risposte potrebbero essere tante e diverse da azienda ad azienda. Io ho la mia. E dalla mia risposta nasce una seconda serie di domande.

Vuoi dire che il motivo della loro presenza sia solo di carattere commerciale? Una operazione svolta solo a migliorare l'immagine della azienda stessa?

Non lo so, il dubbio mi rimane: effettivamente con qualche migliaio di euro si possono raggiungere migliaia di potenziali clienti e comunque creare un immagine positiva di realtà in costante crescita verso chi si è presentato alla manifestazione. E di conseguenza anche i loro prodotti ne trarrebbero benefici.

Vuoi dire che aziende così riconosciute siano li solo per pubblicizzarsi in barba a giovani illusi da un lavoro in aziende blasonate?

Dicono che a pensare male non si sbaglia mai. Dicono.

1 commento:

  1. Forse ci stiamo avvicinando troppo al modello americano dove prima di tutto si "appare". Condivido i tuoi dubbi e il "pensar male" non sempre è sbagliato, basta che non diventi un "pensar negativo" ;)

    RispondiElimina